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giovedì 26 maggio 2011

Decelebrati bolscevichi, detassati sopra il Po, sporchi negri…. a prescindere!!! PERCHE’

….” Uno che vota per De Magistris si guardi nello specchio e dica: sono un uomo o una donna senza cervello”….. (Berlusconi, Porta a Porta 25 maggio 2011)

…”No representation? No taxation”..(Calderoli, oggi..un caso umano)

….”Lattoniere per una piccola ditta di Segrate, alle porte di Milano, sul carrello di lavoro doveva tenere un cartello con scritto: "Negro non capace di lavorare ma capace di prendere soldi". Quando il titolare gli parlava, esordiva dandogli dello "sporco negro" o lo insultava dicendogli "vieni dal terzo mondo e non capisci niente"…. (Repubblica 26 maggio 2011)…

“Il Presidente del comitato dei Garanti per il 150° Anniversario dell'unità d'Italia, Professor Giuliano Amato, inaugurerà il 31 maggio 2011 la mostra "Unicità d'Italia. Made in Italy e identità nazionale" presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma.”(www.italiaunita150.it)

Unicità… unicità…..mai titolo di una mostra sul famigerato made in italy  fu più adatto!!! Si, siamo un paese davvero unico, inimitabile, inenarrabile! Ma quale paese non lo è, quale persona non è unica. E allora lasciamo da parte la banalità degli aggettivi della nostra unicissima lingua e proviamo a capire perché.. o quantomeno a chiederci perché.

Perché Silvio, tu che devi rappresentarmi, garantirmi, proteggermi, tutelarmi, controllarmi,  amarmi come un figlio,  in nome di un’Unità che tante vite ha visto spegnersi.. vite interrotte, e poco importa se siano state vite comuniste, fasciste, democristiane, repubblicane, monarchiche, anarchiche.. erano solo e semplicemente vite… vite con mogli, mariti, figli, nipoti, zii, amici, nemici, amanti,… qual è la differenza? Quale ha più valore? Quale può spegnersi prima o in nome di che cosa? Chi ha ragione quando una vita si interrompe in modo violento?... mi perdo… e quindi ti chiedo, in nome di quell’Unità pagata così a caro prezzo da un popolo, PERCHE’ a me che parteggio per una bandiera che non è simile alla tua, ma come la tua “combatte” per la stessa terra, perché mi dai del deficiente? Perché?... perché mi odi? Perché promuovi questo messaggio di intolleranza ? Perché odi i giudici che fanno il loro mestiere? Perché odi le donne? Perché odi i gay? Lo capisci che con le tue parole legittimi  gli appelli a non pagare le tasse,  legittimi l’impresario a chiamare sporco negro un lavoratore, legittimi un adolescente a fregarsene dell’autorità, legittimi quel gruppetto di poveracci che cerca un gay per pestarlo, legittimi i reati peggiori dell’animo umano in nome di un’impunità di cui ti fai portavoce, legittimi tutti quei comportamenti offensivi e dannosi che sono lo specchio di quest’Italia Unita.. Unita nel nome della decadenza....  

Perché caro Silvio continui a pisciare sulle tombe di coloro che sono morti per  darci un paese migliore, un paese dove uomo e donna possono votare, dove non esiste la pena di morte, dove esiste la libertà di parola, di opinione, di satira, dove esiste la libertà!!! Ma tu, Silvio, sei veramente un uomo libero? Io credo di no… io credo che tu sia prigioniero  di te stesso, della tua immagine, del tuo denaro, di quelli a cui devi favori, della tua prostata datata, della tua paura di invecchiare, del tuo eterno e plastico sorriso,  prigioniero di quel carnefice delle coscienze che hai creato… e forse è solo per questo che non puoi capire cosa sia veramente la libertà… la libertà è la meravigliosa sensazione di coloro che possono scegliere cosa essere e come essere… la libertà è il tempo che dedichiamo ad ogni singola azione della nostra vita assaporandone ogni minuto….  e sai la cosa più buffa e triste? Che questa libertà tu non ce l’hai.. e a me non potrai mai toglierla…..

Salute e libertà!



1 commento:

  1. Il tuo appello, la richiesta di "perché", la necessità di risposte, la ricerca di spiegazioni vanno oltre il diffuso sentimento di accettazione rassegnata. Sono le cose che fanno la differenza rispetto alla passività celebrale alla quale ci si sta abituando...
    Ogni tua richiesta è lecita, fondamentale...ma ahimè, ogni tanto penso che siamo troppo pochi a pretendere certe risposte, se ciò di cui si parla non avviene nel salotto di casa nostra.
    Pochi, ma dissenzienti!

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