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mercoledì 20 ottobre 2010

L'università assume docenti a contratto Stipendio: un euro

SASSARI. Faranno i professori, ma avranno un trattamento da stagisti. Uno stipendio complessivo di un euro (lordo) per mesi d’insegnamento. Lavoreranno gratis. La vera ricompensa è un’altra: poter irrobustire il curriculum con una docenza universitaria.  Sembra una barzelletta, di cattivo gusto, vista l’aria di crisi che tira, ma non è così. Basta andare a leggere due bandi pubblicati dalla facoltà di Lettere e filosofia di Sassari per capirlo.  Il primo, datato 29 settembre 2010, riguarda gli insegnamenti vacanti di «Tecnologie per l’istruzione» e «Metodi e tecniche del servizio sociale 3», il secondo, del 7 ottobre, fa riferimento alle materie di «Informatica umanistica» e «Archeologia medievale». In bella vista compare la retribuzione: «1 euro lordo».  Possibile che qualcuno partecipi a un bando del genere, dove sono più pesanti gli oneri rispetto a quanto poi si riceve? Possibile, eccome. E non per un impeto di generosità e spirito di servizio come quello che in questi giorni spinge alcuni professori dell’Ipsia di Macomer a fare lezione gratis, di pomeriggio, agli undici studenti della «quarta elettronici» rimasti senza classe a causa dei soliti tagli.  Avere sul curriculum una docenza universitaria fa la differenza. E si è disposti a tutto: a fare lezioni, seminari ed esami, a far da relatore alle tesi, a stare in commissione di laurea. Di fatto con gli stessi compiti dei docenti e dei ricercatori strutturati all’interno dell’Università, ma senza ricevere un soldo bucato.  La mannaia dei tagli ministeriali obbliga le facoltà a contratti di lavoro «a cottimo» di questo tipo per gli insegnamenti vacanti. Non potendo ridurre ulteriormente gli stipendi ai professori di ruolo, associati e ricercatori, si taglia con i docenti a contratto. Diventati ormai i paria della cultura. Molti di loro hanno 30-35 anni, laurea, specializzazioni o dottorati, pubblicazioni in riviste scientifiche, viaggi all’estero. Altri sono «tecnici» specializzati in determinati settori. Insomma, sono il meglio che si può trovare sul mercato del sapere.  Aldo Maria Morace, preside della facoltà di Lettere di Sassari e docente di Letteratura italiana, parla senza mezzi termini di «volontariato». Molte materie attivate dalla facoltà sono coperte da docenti a contratto. Alcune sono addirittura fondamentali, perché senza di loro non potrebbero essere attivati i corsi di laurea. «Per i tagli all’università, come altre facoltà qui in Sardegna e nella Penisola - sottolinea ancora il preside Morace -, non siamo più in grado di pagare le supplenze».  Eppure, malgrado una paga inferiore a quella di un bracciante di Calcutta, nessun bando è stato sinora annullato per mancanza di partecipanti: «Siamo sempre riusciti a coprire tutti gli insegnamenti vacanti ogni anno», conferma il preside di Lettere.  Il perché si capisce da solo: molti, pur di rimanere con un piede dentro l’università, accettano qualunque cosa. Anche un lavoro gratuito. In caso contrario, si rischia di uscire dal giro. E una volta fuori, rientrarci è praticamente impossibile. - Francesco Bellu

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