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domenica 5 giugno 2011

Mamma (loro) sono gay!


ciao mamma, ti volevo dire che.....
oggi  è il 4 giugno, manifestazione "diritti al cuore" contro omofobia, razzismo, sessismo... decido di andarci e mi avvio con un buon anticipo per godermi tutta la serata... trovo qualche amico, si parla, piove, forse salta tutto... ma dopo un paio d'ore smette di lacrimare, e come si dice quii, alla faccia dei pindacci... si parte! musica, allegria, uomini, donne, bambini... un concerto di esseri umani che camminano, parlano, sorridono, cantano, scherzano, ci sono, esistono, urlano.. urliamo... urliamo un diritto.. il diritto a esserci senza doverlo ogni volta giustificare, senza doverlo spiegare...  la polizia ci riprende, sarà per metterci su youtube credo... ma vabbè, i cambiamenti sono lenti e alcuni hanno bisogno di più tempo...
Va tutto bene, attraversiamo la città, negli occhi fierezza, dignità, consapevolezza di essere partecipi di una piccola rivoluzione ideologica... sono questi piccoli passi, queste sensazioni  che ci restituiscono  quelle motivazioni per cui vale la pena esserci e vivere...
Si arriva in piazza e la festa continua, ci si confronta, si beve una birra, qualcuno sale sul palco a urlare i diritti (non è mai troppo).. e si va sfumando verso il fine serata, un pò ebbri di sensazioni positive sfumiamo anche noi verso casa....
A casa... il divano... l'ultima birra per stordirmi e  conservare più a lungo le sensazioni della serata.... MA... ma... c'è qualcosa che stona in tutti quei colori, quell'allegria, quella determinazione nel rivendicare un diritto sacrosanto.. c'è qualcosa che non riesco ad archiviare nelle cartelle giuste... ho l'antivirus del cervello che mi riempe gli occhi di messaggi rossi... ripercorro tutto il tragitto... ma non guardo di fronte a me i festanti caroselli, sposto lo sguardo.. ai margini.. di lato.. stiamo attraversando le vie "bene" della città.. nei marciapiedi c'è qualcosa di oscuro, di sbagliato, di inquietante.. non sempre.... ma spesso... sono gli occhi degli altri, di quelli che non partecipano, che non si sentono adeguati o che semplicemente hanno altro da fare,... della gente... la gente... ti guarda, ci guardano, mi guardano... sono occhi indagatori, a volte, sono occhi accusatori, a volte, sono occhi pietosi, a volte,.. ma la maggior parte sono occhi che ho difficoltà a descrivere, occhi che improvvisamente al passaggio diventano silenziosi... ma che parlano e dicono parole di dolore, parole che mi trafiggono i pensieri e il cuore, parole di cui mi vergogno.. vorrei avvicinarmi, parlarci, chiedere, ma continuo a sorridere e proseguo fino al mio divano...
sono qui che penso e rivedo quegli occhi parlanti... un senso di nausea mi assale, di imbarazzo, di vergogna, mi sento io inadeguato ora, mi sento tradito, ma sento anche una forza che sale, una forza che mi dice che oggi è stato bello, ma non è sufficiente, c'è ancora tanto da fare, da urlare... sono sempre stato un idealista e un sognatore, mamma tu lo sai bene, ma mai... mai... avrei creduto che un giorno della mia vita delle persone che non conosco solo guardandomi da un marciapiede sarebbero riuscite a farmi vergognare di essere un eterosessuale.... questo ho provato... e chiedo scusa a tutti i miei amici non etero per quegli occhi...
e.. mamma, scusami anche tu, ma oggi  il mio orgoglio è gay!

1 commento:

  1. Come Edipo, viviamo nell'ignoranza dei nostri desideri,ma non solo...viviamo nell'ignoranza delle nostre vite.

    Le tue parole risuonano come quelle del cieco Tiresia, la cui cecità è una sorta di conoscenza che trascende l'intelletto.

    Tiresia non guarda, ma vede...
    Non vede, ma conosce.

    Mi farebbe piacere pensare che questa sia la tragedia dell'apprendimento e dell'indagine.

    E che tu, quale Tiresia, con le tue parole, possa portare gli edipici apparenti re, custodi di speciose verità, a smettere di peccare di "hybris" e ad acquisire "saphes"

    Grazie Massimo.

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